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“Solo perché sentiamo dolore, non vuol dire che non possiamo aiutare gli altri. Se aspettiamo di essere perfetti, non potremo mai aiutare nessuno. È proprio perché proviamo dolore che possiamo aiutare gli altri. Conoscete l'espressione "guaritore ferito"? Indica una persona che è stata ferita e che, lavorando con quella ferita, comincia a considerarla un dono. Chi ha esplorato la propria ferita può provare empatia per le ferite degli altri. Quando ho iniziato questo lavoro, l'ho fatto con onestà, ma l'ho fatto per cercare di evitare il mio dolore personale. Ho pensato che se potevo stare con il dolore degli altri, che era peggiore del mio, allora forse il mio non mi avrebbe fatto più tanto male. Ma non funziona. A un certo punto bisogna fermarsi e volgersi verso il nostro dolore. E questo è un atto di compassione. Ed è questo che ci permette di essere compassionevoli anche verso gli altri. La compassione sorge dalla sofferenza. Se non c'è sofferenza non c'è nemmeno molta compassione” Di Frank Ostaseski
Mi sono interrogata spesso su quale sia la grande ferita dell’uomo, quella da cui tutto ha avuto origine, il cui dolore portiamo, continuamente, con noi e di fronte al quale ci sentiamo persi ed impotenti. Una ferita talmente grande, il cui peso non riusciamo a sostenere e che ci fa condurre una vita in continuo affanno e immersi nelle nostre paure, alle quali ogni tanto mettiamo un “po’ di trucco”, nel maldestro tentativo di mascherare le lacrime che non sappiamo trattenere. Lo studio del mito di Chirone mi ha aiutato a scavare in quella ferita. L’ho sentita pulsare in me, ho sentito il “suono” freddo e dolorante del suo vibrare ed ho deciso di fermarmi ad “ascoltarla”. Mi racconta di anime incarnate in corpi umani, che vagano nel mondo soffrendo, ignorando la loro essenza divina, la scintilla creatrice che custodiscono in loro. Divinità senza memoria, che si muovono nel vortice della follia, dimentiche da un lato di essere parti divine e dall’altro rifiutando e mortificando la loro umanità, i limiti, nonché le fragilità che essa comporta. Mi sovviene un’immagine, quella di un regista che, ad un certo punto, decide di recitare come attore nella commedia drammatica che lui stesso ha scritto e dirige. Così, sceglie il “suo” personaggio, ne indossa le vesti, ne assume le movenze. Le luci del palco si accendono ed ecco che anche lui entra in scena. Nell’entrare in scena però succede che il regista, ormai anche attore, si dimentica di Sé e si immedesima totalmente nel ruolo che doveva “semplicemente” impersonare. Diviene così quel personaggio, la maschera, la persona. Nel vivere unicamente il personaggio, ne interpreta il dramma da lui scritto, nella convinzione che sia la sua stessa realtà. La giudica. La rifiuta. Vi si oppone con tutte le sue forze e, sul quel palcoscenico, che altro non era all’origine se non un luogo in cui vivere e fare esperienza di una “parte” di Sé, diviene il suo stesso inferno. La commedia non è più tale ed il dramma così è compiuto. Chi aiuterà il regista che ha scelto di essere anche attore, a ridestarsi e a comprendere che il dramma che vive come se fosse vero, in realtà non gli appartiene, che è, semplicemente, un copione che lui stesso ha scritto e che può recitare così com’è, o modificarlo a suo piacimento, improvvisando un nuovo racconto? Quando, noi Anime, capiremo di essere parti della stessa divinità che ha deciso di incarnarsi in questo livello vibrazionale e di fare un’esperienza umana? Quando guarderemo alla realtà terrena in cui ci muoviamo e in cui abbiamo deciso di “recitare”, accettandone le regole che, noi stessi, abbiamo, originariamente, creato per farne parte? Quando smetteremo di combattere i limiti della realtà umana che abbiamo voluto fossero tali per fare quest’esperienza e non un’altra? La presunzione, il narcisismo, la frustrazione non nascono dall’esserci scollegati da un dio esterno a noi, ma dalla nostra parte divina che ha perso la memoria di Sé e brancola nel buio del microcosmo in cui si è incarnato, per sua stessa volontà! Chirone vuole farci capire chi siamo e chi stiamo veramente combattendo. Chirone nel mito è una creatura immortale, un centauro, metà uomo e metà cavallo, figlio del dio Crono e di Filira, era gentile, esperto di medicina e considerato un guaritore. Chirone, infatti, al contrario dei suoi è simili è saggio, conoscitore di varie discipline, maestro di eroi, dio della medicina. Il suo personale dramma inizia quando Eracle, andando a caccia del cinghiale d’Erimanto, giunge presso Folo, altro centauro civilizzato. Qui gli viene servito del vino il cui odore attira gli altri centauri che assaltano la caverna di Folo. Eracle ne fa strage e li insegue fino alla caverna di Chirone colpendoli anche con frecce avvelenate. Per errore, l’eroe colpisce con una freccia il ginocchio del suo maestro Chirone. La punta è intrisa del sangue dell’Idra di Lerna e Chirone non può nulla contro tale veleno, le sue conoscenze mediche non possono aiutarlo. La ferita non può guarire e lui, essendo immortale, è destinato a soffrire per sempre, atrocemente. Chirone allora, implora Zeus di liberarlo dall’immortalità per porre fine alle sue sofferenze, Zeus, quindi gli concede il dono della morte ma decide di lasciar sopravvivere, in qualche modo, la sua essenza vitale, trasformandolo così in una costellazione, quella del Centauro. Cosa rappresenta il dolore che vive Chirone? Cosa ci vuole suggerire il mito? Chirone, diventa veramente immortale, quando muore. La morte, la fine, il chiudersi di un ciclo sia esso vitale o esperienziale, è ciò che libera Chirone dal dolore che poteva essere eterno. La mortalità che è la caratteristica principale dell’uomo, vibrazione energetica che diviene materia, una volta integrata lo rende, in realtà, eternamente vivo! Chirone ci invita a fare spazio al dio che è in noi integrandolo però con l’uomo, il cui personaggio, abbiamo deciso di “impersonare” in questa vita. Siamo chiamati a fare un viaggio dentro la nostra umanità al fine di amarla, onorala in noi e nei nostri simili. Solo allora la divinità si ridesterà e riderà di sé stessa per aver combattuto contro le peculiarità che l’essere uomini comporta. Si perdonerà per aver creduto di essere solo un “personaggio” e guarderà, a tutte le altre anime che recitano insieme a lui, come parti della stessa divinità. In quel momento ci renderemo conto di essere personaggi di una commedia, in cui tutti abbiamo deciso di recitare, prima di entrare nel palcoscenico che è la vita terrena e che, essendone anche registi, possiamo dirigerne lo sviluppo della sua trama. Ridestando il ricordo del dio che è in noi possiamo lasciarci andare nel vivere pienamente l’esperienza umana, colorata di tutti quei dettagli che noi abbiamo deciso di inserire, senza giudicarli, senza sentircene sopraffatti, senza temerli. Siamo parti divine che si sono dimenticate di aver scelto questa realtà per incarnarsi e di averla onorata della presenza della loro scintilla creativa. Guardate la posizione di Chirone nel vostro tema natale, il segno e la casa che occupa, quello è il luogo energetico in cui siete chiamati a vivere la vostra personale ferita, a riconoscerla e a sentirne il dolore, sino a quando non avrete imparato ad amarla e a trasformala in un vostro talento. Nell'incontro con la vostra ferita umana è racchiuso il potere della guarigione e della vostra immortalità.
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Arriva un momento nella vita in cui ci si accorge di non stare vivendo pienamente, o almeno non come veramente vorremmo. Ci si muove nel mondo come automi, adottando comportamenti e filosofie di vita che percepiamo in realtà estranee al nostro vero sentire. Alcuni di noi si trovano a dover ripetere esperienze identiche che ci feriscono e a subire apparenti torti da persone che, seppur ogni volta diverse, ci deludono. Questo rende il vivere frustrante e poco gratificante. Tale situazione non è irreversibile, né tanto meno causata da forze che noi non possiamo controllare o la cui potenza siamo chiamati solo a subire. L’Astrologia Umanistica è lo strumento grazie al quale, attraverso l’analisi del proprio tema natale, possiamo comprendere non solo l’esistenza di meccanismi autolimitanti ma anche la loro vera origine, cosa vogliono comunicarci e come riuscire a trasformarli, per far venire fuori i nostri talenti e vivere così pienamente l’espressione del nostro vero Sé. Studio e diffondo l’Astrologia Umanistica perché credo fermamente che ognuno di noi, solo conoscendosi pienamente nelle sue luci e nelle sue ombre, possa sviluppare al meglio il potenziale che gli è stato donato. La vita di ogni Anima, uomo o donna che sia, può essere fonte di estrema gioia e creatività, l’Astrologia Umanistica ci consente di trovare la chiave dentro di noi per consentire la nostra evoluzione e per muoverci nella quotidianità, senza la paura che nasce dal pensare di non avere alcun controllo sugli avvenimenti esterni o dalla sensazione di non riuscire a capire nemmeno noi stessi. L’Astrologia Umanistica ci insegna, come diceva lo stesso Jung, che i cieli si muovono sincronicamente ai moti del nostro spirito e osservando ciò che accade nel cielo possiamo guardarci dentro e capire cosa sta avvenendo anche in noi. Grazie all’analisi del tema natale di un individuo possiamo capire perché vive dentro di sé determinate emozioni, da cosa scaturiscono, come viverle nella loro interezza senza farsene travolgerle e indirizzarle per la realizzazione di qualcosa di costruttivo e non utilizzarle contro sé stessi. Attraverso i consulti e/o i seminari astrologici è possibile aiutare le persone a comprendere i nodi presenti in ogni aspetto della propria vita: dalle relazioni, al lavoro, al superamento delle proprie paure e all’analisi dei propri reali bisogni, per garantire un’esistenza quanto più vicina alla verità di sé stessi. Solo vivendo la nostra vita, quella che l’Anima ha disegnato nel mandala che è il Tema Natale, potremo trovare la nostra pienezza, sentendoci integri e consapevoli del progetto animico che abbiamo scelto di realizzare. L’approccio di un consulente astrologo umanista ha come punto di partenza l’analisi del tema natale del soggetto. Il tema natale è la fotografia esatta della posizione degli astri nel cielo al momento della nascita dell’individuo, avendo come punto di osservazione la terra. Il grafico che ne deriva racchiude il “progetto solare” che l’individuo è tenuto a compiere nella sua vita. La realizzazione di questo progetto e la scoperta delle eventuali dinamiche che ne impediscono la piena evoluzione, è oggetto di analisi da parte dell’astrologo, il quale attraverso un costante confronto con il nativo, lo aiuta a comprendere i suoi stessi limiti, le sue convinzioni limitanti, le sue paure, i suoi desideri inespressi, i condizionamenti familiari e sociali, che impediscono un corretto sviluppo della sua individualità e pertanto una vita pienamente soddisfacente. In un’epoca storica in cui, finalmente, ci poniamo sempre più domande su chi siamo e su cosa siamo “chiamati” a compiere nel mondo, l’Astrologia Umanistica ci aiuta a trovare le risposte, queste sono dentro di noi, racchiuse nel grafico del Tema natale, che aspetta solo di essere “interpretato”, per indirizzare ognuno di noi verso il suo personale “Viaggio dell’Eroe”, così chiamato dallo stesso Jung. Benvenuto Giove in Scorpione e buon transito nella mia seconda casa.....
È tempo di vedere nelle profondità dei nostri abissi ...... Giove incontra la forza dello Scorpione e ci invita,che ci piaccia o no, a confrontarci con le ombre che tendiamo a nascondere in noi e che spesso proiettiamo negli altri....non c'è più spazio per gli scheletri nell'armadio.....Giove apre le porte .... È solo dando spazio alla nostra ombra e guardando tutte le nostre parti che possiamo veramente divenire ciò che siamo destinati ad essere, oggi non domani... Non abbiate paura di vedere ciò che non vi aggrada in voi e negli altri, il vero potere personale nasce nella conoscenza di ciò che siamo nel bene e nel male. La conoscenza è accettazione di sé senza giudizio. Buon transito a tutti |
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